Savona. Domenica 29 settembre alle ore 15 nella Chiesa Santo Spirito e Immacolata Concezione, nel quartiere Zinola, il vescovo Calogero Marino presiederà la messa per la 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal titolo “Dio cammina con il suo popolo”, promossa nella diocesi di Savona-Noli dal Servizio per le Missioni e le Migrazioni nel contesto degli “eVenti di pace” della Fondazione Diocesana Comunità Servizi e della Caritas.
Concelebreranno il vicario parrocchiale don Luis Becerra e i sacerdoti che seguono le comunità cattoliche ucraina di rito greco bizantino (il cappellano padre Vitaliy Tarasenko), indiana di rito siro malabarese (don Aji Varghese Chungan) e ispanica, che quest’anno ha iniziato a celebrare la liturgia in spagnolo una volta al mese proprio a Zinola e sotto la guida di don Becerra. Al termine ci sarà un momento di convivialità nei locali parrocchiali.
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Nel messaggio per la Giornata papa Francesco sottolinea come le immagini dell’esodo biblico e dei migranti presentino analogie, dato che entrambi i popoli, gli ebrei in fuga dall’Egitto e gli attuali migranti, sono fuggiti e fuggono “da situazioni di oppressione, sopruso, insicurezza, discriminazione e mancanza di prospettive di sviluppo. Come gli ebrei nel deserto, i migranti trovano molti ostacoli nel loro cammino: sono provati dalla sete e dalla fame, sfiniti dalle fatiche e dalle malattie, tentati dalla disperazione”.
“La realtà fondamentale dell’esodo, di ogni esodo, è che Dio precede e accompagna il cammino del suo popolo e di tutti i suoi figli di ogni tempo e luogo – aggiunge – La presenza di Dio in mezzo al popolo è una certezza della storia della salvezza. Dio non solo cammina con il suo popolo ma anche nel suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia, in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati, come prolungando il mistero dell’Incarnazione”.
Il 15 febbraio 2019 a Sacrofano nell’omelia della celebrazione eucaristica dell’incontro “Liberi dalla paura”, il pontefice sottolineò che l’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, “è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso. È Lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito”.