“La quiete dopo la tempesta” è l’espressione che riassume l’attuale “congiuntura” epidemiologica. Almeno in Italia la CoronaVirus Disease 19 non preoccupa più come prima: oltre il 95% della popolazione sopra i 12 anni è vaccinato, la quota dei contagi è sotto controllo e le restrizioni rimangono solo nei luoghi a rischio di affollamento. Tuttavia non è ancora un “liberi tutti”: lo conferma la savonese Carolina Carosio, presidente della Federazione Nazionale Associazioni Giovani Farmacisti, a Il Letimbro nel numero di giugno. Con lei parliamo di pandemia e altri temi.
Dottoressa, come sta procedendo la campagna vaccinale?
“Dopo due anni, in cui è avvenuto qualcosa di epocale, la pandemia è più gestibile e ci stiamo concentrando sugli ultraottantenni e i fragili over 60, che anche in Liguria hanno avanzato in buon numero le richieste di quarta dose. Con le altre fasce della cittadinanza insistiamo sulla necessità di non abbassare la guardia: lo stato d’emergenza è finito ma il Covid-19 non è scomparso. Il vaccino resta l’arma più efficace per potervi fare i conti”.
Secondo lei qual è la percezione generale?
“Una maggiore tranquillità, soprattutto negli ospedali, in cui si sta tornando alla normalità con le ritrovate possibilità di accesso e il ritorno dei servizi ordinari. Le regole per contenere la diffusione del virus sotto le soglie d’attenzione vengono ancora rispettate, anche se alcune non sono più obbligatorie, ma c’è gran voglia di tornare ad assaporare un po’ di libertà e le relazioni sociali”.
Tuttavia il numero dei decessi non sembra azzerarsi.
“All’inizio la Sars-CoV-2 era semisconosciuta, ora abbiamo superato il picco massimo ma dobbiamo mettere in conto la ciclicità delle pandemie. Oggi parliamo di virus, domani forse di batteri: pensiamo ad esempio all’enorme problematica dell’antibiotico-resistenza, l’uso spesso inconsapevole e incontrollato di tali farmaci. Sicuramente si può curare di più la prevenzione”.
Cambiamo “pagina”: la guerra russoucraina ha impattato sul vostro settore?
“No! Invece come categoria professionale ci siamo sentiti in dovere di aiutare da subito l’Ucraina, collaborando con la Croce rossa italiana e diverse fondazioni e attivando raccolte solidali di medicinali, donati da tanti cittadini, che ringraziamo”.
Cos’è il progetto “Farmacie dei servizi”, attivo in alcune province?
“Nasce da un’idea dell’Ordine per innovare la visione della farmacia, non più solo come luogo di dispensazione ma anche di erogazione di servizi. Negli anni i presidi hanno cambiato pelle ed oggi è possibile effettuarvi in pochi minuti vaccinazioni, tamponi rapidi e autoanalisi. Lo scopo è passare dalla sanità ospedalocentrica ad una distribuita su una rete territoriale di prossimità, implementabile con la telemedicina”.
Vi è stato rinnovato il contratto nazionale?
“Sì! Inoltre è stata introdotta la figura ‘Quadri’ per valorizzare l’impegno dei farmacisti proprio nell’ottica dei servizi offerti. Le parti sindacali sono giunte a punti condivisi che guardano in maniera interessante al futuro”.
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