Savona. Anche nella diocesi di Savona-Noli si è chiuso il venticinquesimo giubileo universale ordinario della Chiesa cattolica. Nel pomeriggio di ieri, 28 dicembre, festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, nella Cattedrale Nostra Signora Assunta il vescovo Calogero Marino ha presieduto la messa solenne, animata dal Coro Diocesano. Al termine ha benedetto il “Pane del cammino”, segno di comunione, condivisione e sinodalità. Ciò che è stato raccolto alla distribuzione dei pani sarà devoluto alla Caritas diocesana per le iniziative promosse in Avvento.
“Cos’è stato quest’anno giubilare? – si è chiesto monsignor Marino durante l’omelia – È stato fare spazio a Dio nella nostra vita, l’anno della nostra conversione, per riconoscere il primato di Dio nella nostra vita. L’abbiamo fatto andando in pellegrinaggio a Roma, visitando le chiese giubilari, dando spazio alla preghiera e al Signore. Il giubileo non è una somma di riti che si sovrappongono ma è riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, è fare spazio a Lui nel legame sponsale, in quello fraterno, in quello familiare, è confidare in Lui, come abbiamo fatto durante tutto l’anno come ‘pellegrini di speranza’. Le famiglie siano spazi di speranza!”
“Oggi contempliamo il mistero del Figlio di Dio che si fa uomo – ha detto ancora – La festa odierna ci fa pensare e ci dice la piena umanità di Gesù, che ha voluto condividere la condizione di ciascuno di noi. Il Vangelo di Matteo ci fa vedere un tratto particolare della vita di Gesù: la sua è una famiglia di poveri e rifugiati che scappano in Egitto e poi da lì ritornano. Gesù, il verbo, il Figlio, ha condiviso la nostra condizione umana fino al punto della fragilità, ha conosciuto l’esilio, è pienamente umano e pienamente divino. La piena umanità di Gesù è la trasparenza di Dio.”
“Il segreto della Famiglia di Nazareth è fare spazio a Dio, mettersi in ascolto della Sua voce – ha proseguito monsignor Marino – La liturgia ci parla anche delle nostre famiglie: mentre siamo invitati a contemplare la Sacra Famiglia di Nazareth dobbiamo guardare anche alle nostre e ai legami fondamentali di cui noi stessi siamo fatti: siamo figli, padri, fratelli, sorelle, sposi. Non esisteremmo senza questi legami: le nostre famiglie sono chiamate ad imparare lo stile della Famiglia di Nazareth. ‘La famiglia è il santuario domestico della Chiesa’.”




