La manifestazione della fedeltà al Signore ti ha accompagnato per tutta la tua vita. È bello rendere grazie al Signore nella memoria grata del suo amore, del suo agire come re! Nel brano di oggi del Vangelo secondo Marco (Mc 4,26-34) la prima parabola di Gesù ci parla di una sana inconsapevolezza che caratterizza un autentico cammino cristiano. C’è un crescere e un germogliare del seme di Dio nella nostra vita senza che ce ne rendiamo conto. La Sua opera è misteriosa, anche nella tua vita, Alessandro: il mistero della chiamata non rimane del tutto comprensibile, perché neanche il contadino conosce il “percorso” del suo terreno coltivato.
Il seme gettato in te il giorno del tuo battesimo è più importante di quello di oggi. Non ti conosco ancora abbastanza, avrò piacere di conoscerti, sono sicuro che ci siano stati momenti di svolta nella tua vita ma, lo ripeto, molte cose non le comprendiamo sino in fondo e le affidiamo all’opera misteriosa di Dio, che opera giorno e notte, sia che ne siamo consapevoli o no. “La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!”, scrive san Paolo ai Colossesi. Così è il seme della tua vocazione.
La seconda parabola ci aiuta a capire la tua vocazione nei frati minori, che consiste nell’essere il più piccolo di tutti i semi, il granello di senape, di cui parla anche papa Francesco. Gesù riprende il testo di Ezechiele (Ez 17,22-24) che esalta la minorità: “Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso”. Che bella queste parole, tanto più in questo momento storico in cui tutti cercano di primeggiare ed essere sulle prime pagine dei giornali!
Ancora Paolo, nella Lettera ai Romani, invita: “Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi”. Lo stesso vale per te, caro Alessandro: so bene che non te la fai e che vivi una sana inadeguatezza. Tutti siamo inadeguati: guai se non lo fossimo! Proprio quando siamo inadeguati il Signore soccorre la nostra debolezza. La vostra spiritualità francescana è una minorità ospitale: quando siamo “maggiori” siamo respingenti, non ospitali, invece è nella grande tradizione francescana, in particolare nei cappuccini, ospitare tutti.
Oggi il convento di Savona ha un buon numero di frati e sono contento che tu vi rimanga. “Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore”, scrive san Paolo apostolo nella Seconda Lettera ai Corìnzi (2Cor 5,6-10): caro Alessandro, ti invito ad essere così! Il Signore non tradisce i suoi amici. Sia l’abbandono al Signore, la ‘confiance’, come la chiamava santa Teresa di Lisieux, a portarti a rendere grazie al Signore per la tua vita di ogni giorno. È ciò che preghiamo tutti per te in questo giorno importante.
Savona, il frate minore Alessandro Freccero è diventato presbitero
Il vescovo Marino: “La tua vocazione è essere il più piccolo dei semi”