Savona. Oggi in Curia il vescovo della Diocesi di Savona-Noli monsignor Calogero Marino ha incontrato gli operatori dei mass media locali in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales. Il titolo dell’iniziativa riprendeva quello del messaggio di papa Francesco per la 56esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, “Ascoltate!”, che si celebrerà quest’anno. La lettura della poesia “Dall’immagine tesa” di Clemente Rebora, accompagnata da un brano del capitolo 8 del Vangelo secondo Luca, ha fatto da preambolo.

“I versi di Rebora richiamano alla doppia dimensione dell’ascolto e dell’attesa, che qualche volta ci sembra vana e che viviamo spesso. Il venire in un’attesa che sembra vuota è il venire di Dio, di una luce, di un senso – ha detto il vescovo in apertura – Questa poesia aiuta a capire la dimensione del vostro lavoro – ha poi proseguito, riferendosi ai giornalisti presenti – Voi cercate notizie e fatti e d’improvviso la parola ‘viene’ e ‘accade’. Compito del giornalista è ascoltare la parola, ad esempio durante le interviste, e leggere i fatti. La postura del giornalista sia quella dell’ascoltare”.

“Talvolta prevale l’atteggiamento del parlare o dello scrivere che non nasce da un ascolto vero e profondo – ha continuato – Soprattutto nei talk show televisivi sembra che il giornalista assuma un ruolo più teatrale e più che ascoltare la risposta dell’ascoltatore prepara la domanda successiva e costruisce un suo discorso. Il giornalista che mi piace è quello che si lascia destabilizzare dall’ascolto della parola”.

“Sarebbe bello imparare ad ascoltare – si è ancora espresso monsignor Marino – In Occidente sembra non ci sia spazio per la pratica dell’ascolto, ad esempio gli aspiranti medici e persino i seminaristi dovrebbero esercitare l’arte dell’ascolto ma non ci sono corsi in tal senso. Tra l’altro spesso noi preti pensiamo di conoscere la Parola di Dio benissimo e non lo ascoltiamo come si dovrebbe. Mi chiedo se siamo capaci di ascoltare la ‘parola’ che accade in tutti i terreni o se privilegiamo soltanto alcuni terreni – ha concluso il vescovo – Il giornalista deve riconoscere che i terreni, quindi i contesti, sono diversi e che la loro diversità è importante”.

Nel suo messaggio il Santo Padre chiede al mondo della comunicazione di reimbarcare ad ascoltare. La pandemia ha colpito e ferito tutti e ognuno ha bisogno di essere ascoltato e confortato. L’ascolto è fondamentale anche per una buona informazione. La ricerca della verità comincia da esso e così anche la testimonianza attraverso i mezzi della comunicazione sociale.

Ogni dialogo e relazione comincia dall’ascolto, per questo, per poter crescere anche professionalmente come comunicatori bisogna reimparare ad ascoltare tanto. Per poter veramente ascoltare ci voglio coraggio e un cuore libero, aperto e senza pregiudizi. In questo tempo in cui la Chiesa è invitata a mettersi in ascolto per imparare ad essere sinodale tutti siamo invitati a riscoprire l’ascolto come essenza per una buona comunicazione.