Savona. “La ricerca di Dio oggi avviene in luoghi che non sono più quelli consueti dei nostri ambienti: ciò ci interpella e ci deve spingere ad uscire”. È la convinzione che il vescovo Calogero Marino ha declinato citando le canzoni di Blanco, che “per un adolescente possono esprimere domande profonde sul senso della vita”, e il recente film “Nostalgia” di Mario Martone. L’omelia di monsignor Marino ha raccolto echi e suggestioni dai testi della Veglia di Pentecoste, celebrata nella Cattedrale Nostra Signora Assunta alla presenza di molte persone. Un’ora e mezza di preghiera animata dal Coro Diocesano, sotto la direzione di Riccardo Mitidieri, e impreziosita da due segni: la collocazione di otto vasi di fiori, uno per ogni commissione del Sinodo, ai piedi del cero pasquale e la consegna di un’immagine segnalibro con una suggestiva icona.
Ad un anno dall’apertura ufficiale del Sinodo la veglia, dal titolo biblico “Prigionieri della speranza”, ha voluto esprimere, nelle intenzioni degli organizzatori, una “restituzione” alla diocesi del cammino fin qui percorso. Andava in questa direzione la scelta dei testi: il capitolo 10 degli Atti degli Apostoli, che ha come protagonisti l’apostolo Pietro e il centurione Cornelio, i brani biblici scelti dalle otto commissioni sinodali e i relativi commenti (solo questi ultimi sono stati letti), intervallati dal canto di ritornelli e dalla collocazione dei fiori presso il cero pasquale.
“La lettura dei testi sinodali vuole essere una restituzione alla Chiesa diocesana del lavoro svolto finora, così che il Sinodo non sia percepito come un’isola – ha commentato il vescovo nell’omelia – Ci aiuta in questo senso anche la figura di Cornelio, capace di un’attesa antica e una pazienza fedele e generatore di attesa persino nei suoi amici. Oggi anche la nostra Chiesa, grazie al Sinodo, è chiamata a superare le sue resistenze e ascoltare quanto lo Spirito le suggerisce. Il mio auspicio è che anche nella diocesi di Savona-Noli vi siano tanti come Cornelio, in feconda attesa, e come Pietro, in uscita, in cammino, per annunciare l’essenziale, il Signore risorto”.
Monsignor Marino ha commentato inoltre un passo dell’esortazione di papa Francesco “Evangelii gaudium” (n. 71) sullo sguardo contemplativo necessario per scoprire la presenza di Dio nella città. Infine ha concluso citando una frase del nuovo arcivescovo di Torino Roberto Repole: “Ciò che la Chiesa può offrire all’uomo d’oggi è uno spazio in Cristo mediato dalla possibilità di uno spazio in se stessa”. La consegna dei segnalibro, le preghiere dei fedeli – di cui alcune spontanee – e la benedizione solenne hanno suggellato la veglia, conclusa dal canto dell’inno del Sinodo “Getta ancora la tua rete”, ideato da gruppi giovanili di Celle Ligure.