Celebrare la festa solenne e gioiosissima dell’Immacolata è per la Chiesa un raccogliersi attorno a Lei, la Tutta Pura, terra da sempre sognata da Dio per accogliere il Figlio: il seme della Parola in Lei ha dato frutto “e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo  a noi” (Gv 1,14). Ma questa è la vocazione della Chiesa e di ciascuno di noi: “ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio” (lessi questa parola di Sant’Ambrogio quando ero ancora seminarista, e da allora mi accompagna sempre, come una rivelazione!, in tempo di Avvento…).

Questo però chiede a ciascuno il coraggio della decisione e dell’accoglienza, che solo in Maria sono state piene e senza ombre: “ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.

Perchè Maria è il rovescio dell’Adamo che siamo un po’ tutti: “ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto.

Chiediamo, nella preghiera, d’imparare lo stile dell’Immacolata, del quale le sillabe preziose dei Vangeli ci aiutano a fare memoria grata:

– “ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38);

– “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19);

– “Donna, ecco tuo figlio” (Gv 19,26).

Celebrare la festa dell’Immacolata significa proprio accogliere la Tutta Pura come nostra Madre.