Savona. Il 31 ottobre nella Cattedrale Nostra Signora Assunta si è svolta la cerimonia della prima sessione della fase istruttoria della causa di beatificazione di papa Pio VII. Davanti al vescovo Calogero Marino si è tenuto il giuramento degli “attori” della causa stessa: il delegato vescovile monsignor Vittorio Lupi, il postulatore don Giovanni Margara, il vicepostulatore Ilaria Giusto e il promotore di giustizia don Selvaraj Devasahayam, con notaio don Silvester Soosai.

La fase istruttoria si avvale del lavoro di ricerca storico critica sul Servo di Dio Barnaba Gregorio Chiaramonti, condotto dall’apposita commissione formata dai professori Giulio Fiaschini, Giuseppina Vivaldo e Gianfranco Ricci, i quali hanno proseguito sul solco degli importanti studi realizzati dal compianto don Giovanni Farris sul pontefice cesenate d’origine e savonese d’adozione.

“Pio VII dovette fronteggiare un attacco sistematico alla Chiesa e alle sue strutture centrali e periferiche – spiega don Margara – A lui va ascritto il merito di aver mantenuto l’integrità della Chiesa stessa e le riforme dello Stato pontificio in ambito culturale, amministrativo e sociale”. Savona è stata la città della detenzione di Pio VII: qui incontrava continuamente la popolazione locale: “Egli amò definirla ‘la mia piccola Roma’”, prosegue il postulatore.

“Era un uomo di grande spiritualità e umanità – dice don Margara – Storicamente fu l’unico ad adoperarsi presso le potenze alleate per rendere meno dura la carcerazione di Napoleone, del quale fu prigioniero, e accolse a Roma la madre e gli altri familiari dell’imperatore caduto in disgrazia. In lui emergeva lo spirito di misericordia, che non tiene conto delle offese riconosciute ma perdona chi ferisce e offende. In ragione anche di questa sua testimonianza di fedeltà a Cristo si è ritenuto opportuno avviare la fase di beatificazione. Quello di oggi è un momento formale ma con un significato essenziale e l’inizio di un cammino di discernimento”.