La celebrazione della Messa per tutti i defunti, che il vescovo presiederà martedì 2 novembre, alle ore 10, presso il cimitero civico di Zinola, vedrà la partecipazione dei parroci della città di Savona. La decisione è maturata nel corso della recente riunione della vicaria, che si è occupata anche del tema dell’accompagnamento delle persone colpite da lutto e delle celebrazioni dei funerali.

La riflessione comune, guidata dal nuovo vicario foraneo don Adolfo Macchioli, è partita da una lettura della realtà: il lutto oggi vissuto spesso nella solitudine, le celebrazioni che non sempre fanno sentire ai parenti la vicinanza della comunità (la quale nelle esequie è di rado quella parrocchiale dei praticanti e più spesso quella di vicinato o di quartiere), il ruolo crescente delle pompe funebri nel gestire ogni aspetto del funerale, i limiti che la pandemia ha imposto nell’elaborazione collettiva del dolore. Da qui alcune questioni aperte su cui si è concentrata l’attenzione dei presenti. “La predicazione – si è detto – va curata bene, evitando gli eccessi del parlare solo del defunto con lo stile del panegirico e del commentare solo il Vangelo senza empatia verso l’umanità di chi è mancato e di chi è in chiesa. Occorre invece far emergere che Cristo ha a che fare con la vita”.

Oltre ad adeguare il linguaggio della predicazione alle esigenze dell’assemblea, si è convenuto sull’utilizzare con creatività la liturgia scegliendo, in base al contesto, la forma più consona al contesto: le esequie nella Messa o nella liturgia della Parola (forma obbligata se è un diacono a presiedere il rito), la veglia o il tradizionale rosario, le preghiere di benedizione nella casa del defunto, la cura delle letture e dei canti. Varietà di posizioni si è registrata sulla prassi di raccogliere le offerte durante le celebrazioni esequiali: alcuni parroci hanno scelto di non farlo, altri, seguendo un’usanza antica nella chiesa, lo fanno destinando il ricavato alla carità.

Da più parti si è auspicata una ripresa delle preghiere pubbliche nella cappella dell’obitorio dell’ospedale san Paolo. Al momento, a causa dell’emergenza pandemica, non si svolge più la recita pomeridiana del rosario e le uniche forme celebrative ammesse sono le brevi benedizioni delle salme prima del loro trasporto diretto al cimitero, quasi sempre affidate al cappellano di turno, e anche su questo punto ci si è chiesti se non sia opportuno che a farlo siano i parroci dei territori a cui appartengono i defunti. La diocesi sta cercando di trovare con la direzione sanitaria del San Paolo un accordo per riprendere, con le regole di prevenzione del Covid, la preghiera comunitaria in obitorio.