“Una materia che non è mossa da finalità catechistiche ma si qualifica come un’autentica proposta educativa”. Così il vescovo di Savona-Noli Calogero Marino definisce l’insegnamento della religione nelle scuole in un messaggio in occasione della Giornata diocesana di sensibilizzazione del 14 gennaio, seconda domenica del Tempo Ordinario. “La presenza di tale insegnamento nel contesto scolastico è legata a motivazioni culturali e pedagogiche – prosegue – Proprio per questo lo Stato italiano le attribuisce uno spazio educativo nel quadro delle finalità della scuola e una dignità formativa e culturale pari a quella delle altre discipline”.

“Lo Stato stesso riconosce così allo studio del fatto religioso una significativa rilevanza per comprendere la storia del nostro Paese, affermando con chiarezza che i principi del cattolicesimo fanno parte integrante del patrimonio storico del popolo italiano e svolgono un ruolo determinante nella formazione degli studenti – aggiunge monsignor Marino – Pertanto decidere di avvalersi dell’insegnamento della religione per un ragazzo non significa dichiararsi cattolico ma piuttosto scegliere una disciplina scolastica che esprime un valore particolare per la crescita della persona e una migliore comprensione della realtà”.

“Tutta la comunità cristiana è chiamata ad ‘accorgersi’ di tale risorsa e di tale opportunità che, nel rispetto dello spirito critico e della libertà dello studente, si propone di affrontare contenuti legati al fenomeno religioso in rapporto agli interrogativi fondamentali che ciascun uomo si pone – scrive ancora il vescovo – La risposta ampiamente positiva che tale insegnamento ha ricevuto in tanti anni anche da parte delle famiglie del nostro territorio è un chiaro segno di fiducia nei confronti del servizio educativo che questa disciplina offre, servizio volto a formare personalità ricche di interiorità, dotate di forza morale, aperte ai valori più alti della vita e capaci di usare bene la propria libertà”.

“In questo senso l’opera propositiva della famiglia si rivela indispensabile per un compito che nessun altro può assolvere – continua – Occorre infatti che i genitori rivolgano alla scuola una pretenziosa e informata richiesta di educazione, più che di istruzione, per stabilire un rapporto profondo e autentico con l’universo giovanile, rapporto che non eluda nessuna domanda di senso dei giovani, neppure quella religiosa, per soddisfare ai bisogni interiori dei ragazzi in vista di scelte di vita mature e responsabili. Proprio l’insegnante di religione con li suo lavoro ha li compito di stimolare l’approfondimento dei grandi interrogativi relativi al significato della vita e di ciò che accade nel mondo, interrogativi sulla grande sete di pace, giustizia, rispetto di ogni persona, con un’apertura di cuore e di intelligenza che deve raggiungere ognuno, in modo particolare chi è sfiduciato, triste e convinto di non valere”.

“In quest’ora c’è spazio per tutti, perché lo stile educativo è quello dell’ascolto e della condivisione, un approccio che non giudica e non ha mai l’ultima parola, uno sguardo che fa percepire ad ogni ragazzo di essere importante ed atteso – conclude – Il mio auspicio è che le tematiche e i contenuti elaborati, proposti e discussi nell’ora di religione a scuola, possano diventare, anche all’interno della nostra comunità cristiana, un forte stimolo per la realizzazione di progetti significativi per i giovani”, conclude monsignor Marino.

“L’ora di religione a scuola: risorsa ed opportunità per tutti”
Messaggio in occasione della Giornata Diocesana di sensibilizzazione alla scelta dell’ora di Religione 2024