Savona. In prossimità della festa dei santi Pietro e Paolo sabato 25 giugno alle ore 20:45 tornerà la preghiera interreligiosa nell’omonima chiesa romanica sulle alture alle spalle dell’abitato di Legino e che ha il curioso particolare di essere sprovvista del tetto originario e avere il prato per pavimento. Dall’incrocio tra via Bricco e via santi Pietro e Paolo, ai piedi di un’edicola mariana raffigurante la Madonna di Misericordia, partirà la processione, animata dal brano “Il tuo popolo in cammino” e da preghiere. Giunti nei pressi della chiesetta ci sarà la benedizione.
A seguire i ragazzi narreranno la storia del Grano della Fraternità e i bambini libereranno in aria i palloncini colorati recanti i loro messaggi di pace: si avrà così l’impressione che raggiungano più velocemente il cielo. La chiesa è stata preparata con dedizione da alcune famiglie della zona, che negli anni ’70 e sostenuti da don Giuseppe Perucca e don Pietro Ferri ridiedero vita alla devozione in questo luogo.
L’iniziativa si terrà alla presenza del vescovo Calogero Marino, del parroco don Giuseppe Noberasco e dei rappresentanti delle comunità buddista, ebraica, evangelica, induista, islamica e ortodosse rumena e ucraina ed è organizzata dalla parrocchia, dal gruppo Leze e in ta Ciabrea e dalla Società di Mutuo Soccorso Fratellanza Leginese. Inoltre è promossa nell’ambito del progetto educativo didattico interculturale “Francesco e Kamil” dell’Istituto Comprensivo IC Savona 2 “Sandro Pertini” in collaborazione con insegnanti, genitori e alunni di varie nazionalità e religioni. Contestualmente si terrà una raccolta fondi grazie alla vendita dei manufatti realizzati con tanto impegno dai bambini, che sarà devoluta al progetto “Betlemme: un aiuto per i più piccoli” dell’associazione Pro Terra Sancta e all’acquisto di materiale scolastico per i ragazzi ucraini nelle scuole savonesi.
La Chiesa Santi Pietro e Paolo è situata sulla strada che parecchi secoli or sono univa il litorale alla Val Bormida. Nel 1811 l’allora ministro di Polizia del governo francese (Savona era occupata) ordinò l’abbattimento di alcune cappelle diroccate, fra cui questa. Tuttavia non fu abbattuta e ancora accoglie i fedeli. I muri perimetrali sono integri e risalgono all’anno Mille, invece il tetto non è più presente da decenni e sono scomparsi i resti degli affreschi interni.